Ne ha avuto distinta percezione durante la sua prima riunione da responsabile acquisti quando, seduta al tavolo, sempre impeccabile e perfetta, con l’elegante outfit che l’aveva accompagnata in così tante trattative, il suo interlocutore l’aveva guardata appena e, con fare debolmente scocciato, aveva esclamato “Appena il suo capo arriva, possiamo cominciare…”
Non è un mondo privo di pregiudizi e luoghi comuni quello degli acquisti. Tutt’altro.
Se è vero che per negoziare, come diceva Nelson Mandela, bisogna essere uomini liberi, è la libertà a essere condizione necessaria per condurre una negoziazione potenzialmente vincente. A questo, aggiungiamo noi, è utile si accompagnino tecniche precise e studiate, competenze innate o acquisite e una buona dose di esperienza. Tutte cose che, sebbene siano caratterizzate da peculiarità e sfumature, non pongono automaticamente sulla bilancia differenze di genere.
Qualche tempo fa, l’azienda Oliver Wyman ha pubblicato i risultati di un’indagine dal titolo “Women in procurement”, che riportava le risposte di oltre 300 direttori acquisti sparpagliati tra Europa, Asia, Stati Uniti e collocati in 14 settori diversi, il 41% dei quali erano donne. L’indagine ha evidenziato che le donne compongono il 38% delle funzioni procurement e che ai livelli gerarchici più elevati, le donne occupano solo il 25% dei posti tra i membri dei comitati di procurement management e nei team di management.Sono invece più presenti, guarda caso, nelle categorie di procurement indiretto, finora ritenuto meno strategico ma che nel prossimo futuro è atteso assumere un’importanza sempre maggiore.
Ma a pesare, più dei numeri, sono i luoghi comuni ancora troppo diffusi in questo settore, in particolare quelli riguardanti la stantia e antica distinzione uomo-donna. Come per tanti altri aspetti della vita, c’è ancora chi ritiene che alcune posizioni, ruoli e responsabilità siano di esclusiva pertinenza femminile taluni, maschili altri. Si ritiene che le attività in cui serve capacità di relazione e di cura verso l’altro siano prevalentemente femminili, mentre quelle che necessitano di prendere decisioni e compiere azioni concrete siano ricoperte con più efficacia da uomini. Così la leadership e la capacità di gestire dure e complesse negoziazioni, oltre alle abilità commerciali, paiono ancora considerate un’esclusiva prettamente maschile.
Ma se è vero che l’empatia femminile è fondamentale nella capacità di instaurare relazioni, non è l’unica skill per la quale le donne possono rappresentare un valore aggiunto nelle organizzazioni.