Gli ultimi due anni ci hanno costretti a ridefinire (anche) i valori della nostra economia, dove il tema sanitario ha giocoforza assunto un ruolo centrale.
L’interesse dei fondi e gli importanti investimenti nel settore stanno facendo sì che la farmacia di quartiere di stampo tradizionale, padronale e indipendente, sia sempre più rara. Cosa succede al settore?
Con la legge n.124/2017 il mondo della farmacia italiana aveva già parzialmente modificato il proprio assetto proprietario. Il documento, infatti, apriva il mercato della farmacia al capitale societario, di fatto permettendo a grandi catene di acquistare le farmacie e le loro autorizzazioni. Con la stessa legge si eliminava anche il vincolo relativo al numero di farmacie che potevano essere detenute da uno stesso proprietario (ponendo come unico limite un tetto del 20% all’interno della stessa Regione o provincia autonoma). In molti avevano scommesso che le nuove regole avrebbero portato a un massiccio ingresso di catene di farmacia nel nostro Paese e non sbagliavano: dal 2018 al 2021 solo il 57% delle farmacie è rimasto indipendente, la fetta rimanente invece è stata assorbita in forme di aggregazione più strutturate (catene di proprietà o parte di network “forti” o “leggeri”).
La nuova centralità della sanità ha evidenziato la necessità di automatizzazione, industrializzazione del settore farmaceutico. Un bisogno naturalmente correlato a un’elevata disponibilità di cassa, non solo da fondi pubblici, ma soprattutto da aziende e privati che stanno concentrando i loro investimenti nelle farmacie. Investimenti che, uniti a quelli già in atto per la digitalizzazione del commercio globale, trasformano le vecchie professioni in filiere smart. Una rivoluzione che non riguarda solo l’introduzione degli e-commerce e delle farmacie online (il cui fatturato è comunque cresciuto del 76% dal 2020), ma anche la logistica, la ricerca, la relazione col paziente e con il mondo clinico.
E proprio questi cambiamenti costituiscono il terreno fertile per l’evoluzione del settore: da semplici farmacie di quartiere a veri e propri centri servizi. Il cuore della farmacia del futuro non sarà più quindi il farmaco etico o generico, ma l’extra-farmaco. Inoltre, con l’aiuto della tecnologia 4.0 sarà possibile anche dare vita a percorsi terapeutici d’avanguardia grazie all’utilizzo di device innovativi, wearable per i pazienti e soluzioni digitali a supporto e integrazione della diagnostica. L’obiettivo è quello di garantire una sanità più moderna, sempre più vicina ai cittadini e, perché no, sempre più profittevole.
Se la farmacia diventa sempre più simile allo store di una catena retail, anche il ruolo del farmacista deve necessariamente evolvere. Da “erogatore” di farmaci dovrà diventare innanzitutto un consulente caregiver: non si limiterà più a proporre il farmaco adatto, ma dovrà sempre più focalizzarsi sul ruolo di consulente autorevole per tutte le questioni relative alla salute e al benessere della vita quotidiana, e non solo nella malattia. Un cambiamento che si sta verificando solo ora in Italia, ma che invece è già un modello nel mondo anglosassone da diversi anni. Inoltre, dovrà acquisire tutte le competenze necessarie per vivere e gestire uno store performante: l’organizzazione del visual in logica category, allenare la propria capacità di comprendere le esigenze dei consumatori (perché non parleremo più di pazienti bensì di clienti consumatori), così come conoscere e applicare le più avanzate tecniche di vendita, di comunicazione e di fidelizzazione della clientela.
Attenzione al cliente, alla scelta di prodotti e servizi con uno sguardo aperto all’innovazione, sia in rete sia in una farmacia indipendente. A fare la differenza saranno le persone. È evidente quindi che gli investitori e le aziende del settore dovranno investire sempre di più nelle competenze del loro personale. In Risorsa Uomo da anni studiamo, testiamo e pratichiamo sul campo soluzioni innovative che hanno come obiettivo chiave lo sviluppo del business collegato all’ottimizzazione dei costi per il trasferimento di quelle competenze necessarie ad affrontare i cambiamenti e il futuro. E in questo momento abbiamo costruito la soluzione giusta proprio per gestire un cambiamento epocale come quello che sta affrontando il settore farmaceutico.