Articolo apparso sul numero di gennaio 2018 di Leader.
Un problema che senza dubbio oggi accomuna società di formazione e trainer freelance è quello di continuare a essere efficace nelle modalità di trasmissione dei concetti e dei messaggi alle persone per garantirne la massima efficacia. Ci si chiede quanto rimanga di una formazione ai partecipanti ma soprattutto ci si interroga da sempre su come rendere l’apprendimento sempre più efficace. Perché la sempre maggiore velocità del cambiamento impone alle persone di formarsi sulle nuove competenze e conoscenze in modo efficace e altrettanto rapido e naturalmente che questo apprendimento contribuisca a portare risultati concreti nel breve periodo.
La traduzione dell’investimento formativo in crescita dello scontrino medio o in miglioramento delle performance latu sensu, o in una maggiore efficacia ed efficienza dei processi è la richiesta minima che proviene dalle aziende committenti, magari correlata con un “kit” di KPI per verificarne con puntualità il trend. Fino a pochi anni fa il problema non si poneva: il processo permetteva di pianificare la formazione in una logica di apprendimento atteso nel medio-lungo termine: in questo modo c’era tutto il tempo per cambiare e far crescere persone e conoscenze con modalità didattiche tradizionali e consolidate.
Oggi questa situazione è solo un lontano ricordo: la velocità del mercato comporta per le aziende una sempre maggiore necessità di ottenere cambiamenti importanti in tempi sempre più brevi, spesso non parallelamente a una crescita della persona e non solo delle sue competenze. Anche le conoscenze evolvono in maniera molto veloce e repentina e ciò che è valido oggi è molto facile che non lo sia più tra qualche anno. Infine sono cambiate le modalità di comunicazione, basate oggi su un apprendimento più esperienziale: quasi nessuno che abbia meno di cinquant’anni legge i libretti di istruzione dei prodotti tanto che alcune aziende hanno deciso di farli scomparire (Apple in primis).
Un miliardo di download al giorno da YouTube testimonia inoltre quanto sia aumentato l’approccio visual dell’apprendimento, insieme a un livello di interattività quasi esasperato, frutto di un forte potere dei social sui nostri comportamenti quotidiani.
Il trainer del futuro è già qui
Il ruolo fondamentalmente si è molto evoluto trasformandosi da semplice docente in facilitatore e coach, in grado di affiancare il discente nelle attività quotidiane, come avvenuto con gli addetti vendita di Benetton direttamente all’interno del negozio o con gli store manager di Mediaworld supportandoli ed affiancandoli nelle riunioni con il personale.